Boklov Jan

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Per conoscere a fondo Jan Boklöv (Gällivare, 14 aprile 1966) e il suo grande e storico contributo nel mondo dello sport, bisogna conoscere dapprima la sua disciplina, il salto con gli sci.

Il salto con gli sci


Il salto con gli sci è una disciplina sportiva che nasce in Norvegia intorno alla metà dell’ottocento e i primi salti si svolsero nei medesimi anni a Mordegal, un piccolo villaggio del Telemark, regione norvegese conosciuto come la “culla dello sci”. Si inizia a parlare di gare effettive quando nel 1862 a Trysill, nel sud del paese, si svolge la prima gara dimostrativa seguita da quella che fu la prima competizione sportiva a Husebybakken nel 1879 dove venne registrato il primo record mondiale stabilito da un atleta locale con un salto di ben 23 metri. La stessa ospitò la disciplina per soli 3 anni poiché dal 1892 le gare si spostarono al trampolino di Holmenkollen. Questo sport consisteva nel lanciarsi in picchiata lungo un enorme rampa innevata e dotata di binari che consentivano una discesa rettilinea, nei quali l’atleta poneva i suoi sci. La partenza veniva effettuata da fermo, con l’atleta seduto su una barra trasversale che sovrasta la rampa di lancio. Una volta partito, il medesimo assume una posizione accosciata con il torso proteso in avanti e le braccia dritte lungo i fianchi in modo da consentirgli una maggiore aerodinamicità e velocità per effettuare il decollo. Giunto al termine della rampa, lo sciatore distende gambe e torso in avanti dandosi una spinta verso l’alto. L’atleta quindi, distaccatosi dalla rampa, assume la posizione di volo con gli sci paralleli e corpo in avanti, man mano che esso si avvicina al suolo assume una posizione eretta per prepararsi all’atterraggio. La distanza e l’accuratezza stilistica del salto ne determinano il punteggio. Il salto con gli sci entrò a far parte dei giochi olimpici invernali sin dall’esordio degli stessi nel 1924 a Chamonix, in Francia. La prima edizione dei giochi olimpici invernali vide il norvegese Jacob Tullin Thams, laurearsi oro olimpico maschile con un punteggio di 18.960 al quale seguì un altro norvegese, Narve Bonna e lo statunitense Anders Haugen vincendo rispettivamente l’argento ed il bronzo. Fino all’edizione olimpica del 1952 nel salto con gli sci c’è stato sempre un largo dominio norvegese con altri paesi che difficilmente si collocavano tra le prime 3 posizioni, poi le nazioni contendenti iniziarono ad aumentare e tra le altre anche la Svezia si fece largo. Tra gli atleti svedesi che sfondarono nel mondo del salto con gli sci ve n’è uno che diede alla sua carriera una svolta molto particolare, il suo nome è Jan Boklöv.

Jan Boklov


Jan Boklöv nacque il 14 aprile del 1966 a Gällivare una cittadina situata nel comune di Norrbotten, in Svezia. Dopo un’attenta preparazione atletica debutta nel mondo agonistico partecipando ai campionati mondiali di sci nordico del 1985 a Seefeld in Tirol, Austria. In quell’anno la FIS introdusse la tecnica libera. E proprio 30 anni fa dal trampolino di Lugnet, l’allora diciannovenne Boklöv, al turno di un suo salto dopo aver effettuato la sua discesa e dopo essersi dato lo slancio dal trampolino, assunse una posizione insolita spostando i suoi sci a formare una sorta di “V” in aria non più tenendoli in parallelo come si era fatto fino ad allora. Lo svedese cercava una nuova stabilità; con la sua nuova idea il suo salto progredì dai 75 ai 90 metri, cifre immense rispetto ai 30-40 metri raggiunti in passato. Tuttavia questa sua iniziativa si scontrò con i dubbi degli atleti avversari e soprattutto con gli esteti della giuria, che lo penalizzarono nei punteggi. Infatti subito dopo essere atterrato e resosi conto del suo strano e folle gesto si voltò verso i giudici e vide gli stessi attoniti e disprezzati per non aver mantenuto il parallelismo degli sci. Eppure le misure da lui ottenute con quello stile ignoto e non ortodosso facevano pensare che quella tecnica rivoluzionaria avrebbe consentito salti più lunghi rispetto alla tecnica tradizionale. Boklöv era diventato una vittima del conservatorismo di allora; spesso quando si passa una frontiera si ha la curiosità di esplorare e di inventare cose nuove, ma davanti c’è l’ignoto e nessuno mai saprà cosa troverà. Ma lui volle insistere e con il coraggio che solo un rivoluzionario sa possedere era convinto di riuscire nel suo intento, anche se non poteva confrontare la sua innovazione, che da subito gli diede il 28% in più rispetto a prima: infatti se egli non avesse cambiato il sistema del salto probabilmente non avrebbe mai vinto. Nel 1988 ai giochi Olimpici di Calgary, Boklöv si ritrovò sul podio con il finlandese Nykänen il quale, nonostante avesse vinto la gara sussurrò a Jan: “Sei tu il vero vincitore”. Vennero svolti dei test per mettere un punto definitivo alla questione quando nella galleria del vento, ambiente utilizzato dagli scienziati per lo studio delle aerodinamicità, alcuni scienziati dimostrarono la superiorità in termini di portanza, controllo e soprattutto di distanza percorsa della tecnica assunta da Boklöv quel giorno "costretto" a vincere la Coppa del Mondo del 1989 perché venisse adottato il suo sistema. Così la stessa tecnica venne ampiamente discussa dagli organi di competenza dei Giochi Olimpici in breve tempo si giunse alla conclusione che la vecchia e tradizionale tecnica di salto con gli sci paralleli era ormai diventata solo un ricordo venendo così abbandonata quasi definitivamente. Tre anni dopo la coppa del mondo del 1989, il 30% dei saltatori cominciò a imitarlo. Nel ‘91-92 il nuovo sistema venne accettato da tutti; col sistema a “V”, i salti sono diventati più efficaci, e grazie a lui è cominciata una nuova filosofia di lavoro. Al giorno d’oggi i trampolini vengono progettati e costruiti in maniera totalmente diversa e con materiali nuovi proprio per adeguarsi alle caratteristiche di quella tecnica rivoluzionaria. Il modesto Boklöv diventò campione per la svolta che da timida diventò sicura. Oggi la Svezia non ha più un saltatore competitivo: il migliore è stato Carl Nordin.

Dopo il ritiro


Attualmente Boklöv, vista la sua età, ha smesso di saltare. Vive in una città come Bruxelles dove non c’è la cultura del salto con gli sci, si limita ad insegnare qualcosa ai più piccoli e a fare il mestiere del padre e del marito. La sua storia è un giusto insegnamento: quello di inseguire le proprie idee anche se sembra che queste siano assurde e impossibili da attuare perché sono quelle che fanno la differenza tra gli esseri umani, sono quelle che hanno distinto il grande Boklöv da semplice atleta a vero campione.

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