Schillaci Salvatore

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IMMAGINI

Salvatore Schillaci, soprannominato Totò, è un ex calciatore italiano nato a Palermo il 1 Dicembre 1964. E’ stato un noto attaccante della nazionale italiana, della Juventus e dell’Inter, ma in particolare si ricorda principalmente per le sue prodezze e i suoi gol al campionato del mondo del 1990 in cui si aggiudicò il prestigioso titolo di capocannoniere e miglior giocatore del mondiale. Quello fu il suo anno di gloria, in quanto arrivò secondo nella classifica del Pallone d'oro, alle spalle del tedesco Lothar Matthäus. Ma come ogni campione prima di arrivare al vertice ha assaporato i campi di periferia della sua città.

La carriera


Nato e cresciuto in un quartiere popolare di Palermo, Schillaci Salvatore ben presto inizia a giocare nelle giovanili dell’Amat Palermo in cui mette subito in luce grazie alle sue caratteristiche, tanto da destare l’interesse di una squadra blasonata come il Palermo. A causa dell’avarizia dei dirigenti della sua squadra il trasferimento saltò, ma ciò non gli impedì di fare due grandi stagioni con la sua squadra e di richiamare l’attenzione di Franco Scoglio, che allora allenava il Messina. In lui aveva visto un vero e proprio talento e decise di scometterci. Fu così che a soli 18 anni si trovò a passare da una squadra di periferia ad una Serie C2. Totò lo ripagò con ottime prestazioni accompagnate da reti importanti, anche se non ancor numerose. Nel 1987 venne sottoposto a due interventi ai menischi che gli compromisero la stagione, ma nonostante ciò il suo allenatore continuò a dargli fiducia. Questa fiducia venne ripagata con 13 gol la stagione successiva in Serie B, probabilmente anche grazie alla libertà di giocare che gli concedeva Scoglio. Nel 1988 ci fu un cambio in panchina, venne Zdenek Zeman. Il suo arrivo per Schillaci non fu positivo, in quanto vide spesso la panchina. La stagione successiva però le cose cambiarono ed infatti grazie alla famosa preparazione estiva del suo allenatore diventa capocannoniere del campionato di Serie B realizzando 23 reti.
Dopo sette stagione tra Serie B e Serie C, 256 gare con la maglia del Messina e con le sue 77 reti tra campionato e coppa italia, lascia la maglia della squadra che lo ha reso grande per rispondere alla chiamata della Juventus.
Molti giocatori soffrono il salto di categoria, oltre che le pressioni di ambienti importanti come quello della squadra torinese, ma per Schillaci non fu così. Nella sua prima stagione con i bianconeri realizza ben 15 reti giocando 30 partite titolare e contribuendo alla vittoria di Coppa Italia e Coppa UEFA, battendo rispettivamente Milan e Fiorentina.
La sua ottima stagione ne valse la convocazione per i mondiali del 1990 che si svolsero proprio in Italia. Va precisato che in precedenza Cesare Maldini lo fece esordire con la maglia azzurra con l’Under 21 come “fuori quota.
Nel mondiale con la Nazionale maggiore parte in panchina. Fece il suo esordio al mondiale nell’incontro di apertura contro l’Austria e dopo soli quattro minuti sblocca e decide la partita con un colpo di testa perentorio su cross di Vialli, sovrastando i due centrali austriaci, nonostante la sua statura di 175 cm.
Si conquistò il posto da titolare per le successive partite, esclusa quella con gli Stati Uniti, timbrando il tabellino ogni qual volta era in campo. Una vera e propria macchina da gol, che però fu contestata a causa di una sua scelta: rifiutò di calciare uno dei cinque rigori nella semifinale contro l’Argentina. Spiegò poi che tale scelta era obbligata in quanto stanco e con risentimenti muscolari, dunque preferì lasciare la responsabilità ad un suo compagno più lucido.
Sebbene vinse il premio di capocannoniere con ben sei reti, non riuscì ad condurre alla vittoria la sua Italia. Una medaglia di bronzo si aggiunse all’annata d’oro di Schillaci, che però ancora non era ancora finita. In quell’anno vinse il Pallone d’oro adidas e Scarpa d’oro adidas. Le sue prestazioni nel mondiale lo fecero entrare nei cuori degli italiani, tanto che ispirarono Edoardo Bennato e Gianna Nannini scrissero la famosa canzone “notti magiche” (dedicate ai mondiali del ’90) che gli assegnò il soprannome di “Totò-gol”. In varie interviste ammise che era in un periodo di grazia, in cui anche solo respirando la palla entrava.
Fu una stagione da incoronare quella del 1989/90: esordio in Serie A, esordio con gol con gli azzurri, Pallone d’oro adidas e Scarpa d’oro adidas. Dopo quella stagione commise alcuni errori imperdonabili: minacciò Fabio Poli (giocatore del Bologna) imitandogli il gesto della pistola; litigò con Roberto Baggio.
Nella sessione di mercato della stagione successiva i bianconeri acquistarono Vialli, Totò trovò sempre meno spazio e decise di lasciare la Vecchia Signora. Ciò fu dovuto anche alla separazione con la moglie di allora, Rita Buonaccorso.
Nel 1992 passò all’Inter e da subito mostrò voglia di ripartire da zero e ricominciare a fare quello che gli riusciva meglio: segnare. All’esordio con la sua nuova maglia in Coppa Italia contro la Reggiana mise a segno la sua prima rete.
Con l’Inter disputò 30 partite siglando 11 reti e vincendo una Coppa UEFA. La sua esperienza all’Inter non fu memorabile a causa di problemi fisici che gli tolsero continuità. Si pensa però che oltre ai problemi fisici lo turbava anche la relazione con la sua ex-moglie, che nel frattempo aveva ripreso.
Il 1994 fu per lui e per la storia italiana l’anno di una piccola svolta: accettò la proposta dello Jùbilo Iwata, squadra giapponese, diventando il primo italiano a trasferirsi in Giappone.
La squadra nipponica gli mise a disposizione un interprete, un autista personale e un lussuosa dimora. All’esordio con la sua nuova maglia, come di consueto, segno il gol vittoria. Tre anni dopo vinse il campionato con la sua squadra, ma in quell’anno subì un grave infortunio che lo tenne lontano dai campi da gioco per ben due anni.
Nel 1999 Totò decise di ritirarsi dal calcio giocato. Annunciava il ritiro un calciatore che ha realizzato 37 reti in Serie A, 39 in Serie B e 56 nel campionato giapponese.

Dopo il ritiro


Dal 2000 gestisce il centro sportivo “Louis Ribolla” a Palermo ed è proprietario della squadra dilettantistica US Palermo. L’anno successivo decise di entrare nell’ambito politico laureandosi consigliere comunale di Palermo. Mantenne la sua carica per ben due anni, prima di iniziare la sua carriera televisiva iniziando con la partecipazione a L’isola dei famosi (arrivando terzo), al film Amore, bugie e calcetto, partecipando a Squadra antimafia, quelli che il calcio. Nel 2012 si è sposato per la terza volta, con un ex modella, e quattro anni più tardi ha pubblicato l’autobiografia “Il gol è tutto”, con la collaborazione di Andrea Mercurio, affermando che è il periodo più bello della sua vita.

FONTI:


  • WIKIPEDIA