Surf da Onda (Wavesurf) - Origini

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Le origini del Surf da Onda


Il primo europeo che osservò e descrisse il Surf da Onda fu James Cook che, nel dicembre 1777, vide un indigeno di Thahiti farsi trasportare da un'onda su una canoa. In particolar modo, gli Ali'i (i re hawaiani) sostenevano di essere i più abili e competenti nella pratica del Surf, che istituiva una sorta di privilegio giacché esclusivamente riservato all'addestramento, per mantenere la forma fisica richiesta dalla loro posizione sociale. La costruzione delle tavole, si verificava solo dopo aver scelto l'albero giusto e prima del taglio doveva essere offerto alla terra un pesce in segno di riconoscimento. Sarà solo dalla fine del XIX sec., quando vi fu un vero e proprio pellegrinaggio nelle isole Hawaii da parte degli occidentali che questa disciplina iniziò a diventare molto popolare. L'importanza dello spirito del Surf subì però un certo declino durante il XIX sec., in parte perché i missionari cristiani ne scoraggiarono la pratica, ritenendolo una distrazione nociva e dall'altra parte perché alle Hawaii nel 1819 fu interrotto il Makahiki, la festa annuale della durata di tre mesi, durante la quale, all'arrivò delle grandi onde invernali, gli hawaiani fermavano ogni lavoro, iniziando a vivere un periodo di grande festa. Questo sport con il passare degli anni divenne però un vero e proprio fenomeno di culto, tanto da apparire persino alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956, dove venne considerato uno sport da esibizione a tutti gli effetti. Nel 1997 nacque invece in Italia il FISURF (Federazione Italiana Surfing), che iniziò ad operare sotto l'egida del CONI.

  • Sport olimpico individuale, maschile e femminile

Vedere anche


Fonti


  • "Lo Sport, tra cultura e agonismo" di Daniele Masala - Soc. Ed. Universo - 2016