Petrovic Drazen

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IMMAGINI

Drazen Petrovic (Sebenico, 22 ottobre 1964 – Denkendorf, 7 giugno 1993), è stato un cestista jugoslavo, e dal 1992 croato. E' considerato da molti uno dei cestisti più forti di tutti i tempi e il più forte tra gli europei.

La carriera


Soprannominato "il Mozart dei canestri", era dotato di una tecnica sopraffina e di un tiro sublime, oltre ad eccellere nell'uno contro uno: caratteristiche degne di una guardia tiratrice, suo ruolo preferito. A volte ricopriva degnamente anche il ruolo di playmaker, con ottime doti da passatore. La sua carriera, purtroppo, è durata solo 14 anni: Drazen è morto infatti a soli 28 anni, nel 1993, a seguito di un incidente stradale con sua moglie. La sua morte prematura, tuttavia, non compromise la grandezza dell'atleta, in quanto ciò che aveva realizzato, fino ad allora, lo pose tra i grandi del basket internazionale. Mosse i suoi primi passi nel panorama cestistico all'età di 15 anni: nato in Croazia, Petrovic inizia la sua carriera in una delle squadre locali più importanti, il Sibenik. Già da giovanissimo l'etica e il continuo allenamento erano punti cardine della sua formazione: si narra che ogni mattina prima di andare a scuola, si recava in palestra per migliorare il suo tiro. Il primo anno al Sibenik, fu impiegato molto poco, anche a causa della sua età. L'anno successivo diventa titolare, sbalordendo in poco tempo l'allenatore Slavnic, che disse di lui: "Lui ha un talento naturale, innato e ha anche una buona etica del lavoro. E’ molto ambizioso e fa cose incredibili. Si chiama Drazen Petrovic. Ricordate questo nome”. Nel 1981 partecipò ai campionati europei giovanili, divenendo leader indiscusso della sua Jugoslavia: chiuse il torneo con una media di 32.5 punti a partita. Fu l'inizio di una brillante carriera. All'età di 20 anni, si trasferisce nel Cibona Zagabria, team in quel momento campione nazionale, dove giocava anche suo fratello Aza. L'impatto di Drazen è impressionante: segna 43,3 punti a partita, trascinando la squadra al titolo nazionale. Vinse anche trofei internazionali, sempre da protagonista assoluto: 2 Coppe dei Campioni e 1 European Cup. Partecipa alla sua prima Olimpiade nel 1984 a Los Angeles: qui, con la sua Jugoslavia, vince la medaglia di bronzo. Conquista altre due medaglie di bronzo successivamente, ai Mondiali di Spagna del 1986 e agli Europei in Grecia del 1987. Il suo ciclo nella ex Jugoslavia si concluse dopo 197 partite con Sibenka e Cibona con una media di 26 punti segnati a partita. Drazen era alla ricerca di nuove sfide e il Real Madrid di Spagna divenne la sua nuova destinazione: qui percepisce un contratto di 4 milioni di dollari l'anno, una cifra spropositata per l'epoca. Petrovic ormai è considerato il miglior giocatore europeo. A Madrid riprende ciò che ha fatto fino ad allora col Cibona. Durante la stagione trascorsa al Real, gioca una serie di 5 partite consecutive (con cinque vittorie di squadra) in cui totalizza 207 punti (41,4 in media a partita) e scrive nuovi record (ancora oggi imbattuti) come i 42 punti di gara-4 della finale scudetto e gli 8 assist di gara-2. Ma uno delle sue migliori partite arrivò nella finale di Coppa delle Coppe ad Atene, contro la Snaidero Caserta, in cui segnò 62 punti in uno storico duello con Oscar Schmidt. Proprio grazie alla sua fantastica prestazione, il Real Madrid riuscì a portare a casa il trofeo. Nando Gentile, che era il giocatore più forte della squadra di Caserta, ha detto: "Drazen era uno dei migliori in Europa, forse il migliore in assoluto. Nella notte di Atene segnò da solo 62 punti. La posta in palio era altissima, l’ambiente infuocato e lui commise un solo errore in tutta la partita". Nell'Olimpiade del 1988 a Seul vince l'argento olimpico e due anni dopo, trascina la Jugoslavia all'oro Mondiale a Buenos Aires, battendo in finale l'acerrima nemica URSS. Dopo un'esaltante stagione a Madrid, sceglie l'avventura NBA, la più importante lega di basket del mondo, in un periodo in cui gli europei si contavano sulle dita di una mano. Nella sua prima intervista a Sports Illustrated, Drazen dichiara: "In Europa sono il più forte e ho vinto tutto. Non mi interessa continuare a vincere e a collezionare coppe. Cerco altre sfide e voglio dimostrare di poter giocare anche nell'NBA. Va ai Portland Trail Blazers, che già aveva messo gli occhi su di lui quando era diciannovenne. Il suo primo anno in NBA non fu molto positivo: Petrovic, come molti altri giocatori europei di allora, era debole fisicamente e pagava molto la fisicità dei giocatori americani. Inoltre voci di spogliatoio dicono che non era molto apprezzato dai suoi compagni, a causa del suo eccessivo egoismo in campo. Perciò Portland lo lasciò andare ai New Jersey Nets nel gennaio del 1991, dove la sua carriera NBA vedrà una svolta significativa. Qui Drazen riceve quel minutaggio che gli era mancato coi Blazers, dimostrando che la sua fama europea non era un'illusione. Segnando 20,6 punti per gara e tirando col 51% dal campo il croato aiuta la giovane squadra dei Nets a migliorare il proprio record e si afferma come una delle migliori guardie in prospettiva futura. L'anno successivo i punti diventano 23 a partita: Drazen ormai è un giocatore affermato anche dall'altra parte dell'oceano, facendo del tiro da 3 il suo principale marchio di fabbrica. Nel 1992, alle Olimpiadi in Spagna, conquista un altro argento, adesso con la Croazia. Petrovic cede in finale solo al fenomenale Dream Team statunitense, la più grande squadra di pallacanestro di sempre (si pensi che in quella squadra giocavano insieme, tra gli altri, Micheal Jordan, Larry Bird, Magic Johnson, John Stockton e Karl Malone). L'anno successivo alle Olimpiadi, Petrovic prende una grande decisione: lasciare i New Jersey Nets per trasferissi in una squadra da titolo. Ciò comunque non è mai avvenuto a causa della sua tragica morte. L'ultimo anno ai Nets lo ha consacrato definitivamente tra i migliori giocatori della lega americana: pur non avendo ricevuto la convocazione per l'All-Star Game, la guardia croata viene inserita nel terzo quintetto NBA, primo europeo a riuscirvi. Occorre ricordare, altresì, che a conclusione della sua sfavillante carriera, Petrovic è risultato essere, probabilmente, l'unico traghettatore di un numero sempre crescente di giocatori europei che possono vantare l'impareggiabile soddisfazione e privilegio di aver trascorso parte della loro carriera nel mondo, per alcuni irraggiungibile, del basket NBA.

Soprannome


  • Il Mozart dei canestri

FONTI:


  • wikipedia, gazzetta dello sport,il post.it