Yashin Lev

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IMMAGINI

Yashin Lev nato a Mosca il 22 Ottobre 1929 e morto il 20 Marzo 1990 è stato un calciatore, portiere, che ha fatto la storia nel suo ruolo in quanto è ritenuto essere il miglior portiere di tutti i tempi nella storia del calcio tanto è vero che fino ad ora è stato l’unico a vincere il Pallone d’oro.

La carriera


Ma andiamo in ordine: Yashin Lev nasce da una famiglia di operai inziò anche lui a lavorare e le sue doti si misero subito in luce anche nelle piccole cose come ad esempio la prontezza di riflessi nell’ afferrare oggetti che i suoi colleghi di lavoro gli lanciavano. Prima di compiere 20 anni entrò nella Dinamo Mosca dove tuttavia all’inizio fu utilizzato come portiere nella squadra di hockey su ghiaccio con la quale vinse il campionato sovietico nel 1953. La svolta ci fu l’ anno seguente quando il portiere titolare della squadra di calcio Aleksej Chomic soprannominato la Tigre ebbe un infortunio e per sostituirlo fu chiamato proprio il venticinquenne Yashin . Da quel momento in poi nessuno riuscì a togliergli il posto da titolare a difesa della porta della Dinamo Mosca con la quale vinse ben 5 titoli nazionali tre coppe dell’ URSS fino a quando nel 1970 non si ritirò dalla attività sportiva da vincente. Per quanto riguarda invece il suo percorso nella Nazionale Sovietica fu convocato nel 1956 per il torneo di calcio delle Olimpiadi estive di Melbourne dove subendo solo 2 reti trascinò l’ Unione Sovietica alla vittoria del titolo Olimpico che avvenne dopo aver sconfitto in finale la Jugoslavia per 1-0. Fu proprio in questo periodo che nacque il soprannome di Ragno Nero poiché Yashin giocava con una divisa completamente nera e i suoi riflessi, che gli permettevano ti compiere dei veri e proprio interventi prodigiosi, a dispetto anche della sua altezza 1,89cm, davano l’ impressione che non utilizzasse solo due braccia per parare. Nel 1958 arrivò ai quarti di finale nei Mondiali Svedesi uscendo proprio per mano dei padroni casa. Nel 1960 vinse la prima edizione degli Europei di calcio subendo anche questa volta solo 2 reti e ancora si scontrò nuovamente in finale conto la Jugoslavia che sconfisse per 2-1 al Parco dei principi di Parigi.
Nei mondiali di calcio svoltisi in Cile nel 1962 fu eliminato ai quarti per mano proprio del Cile, partita durante la quale Yashin, pur subendo un colpo all’occhio, decise di non uscire e terminò la partita con una vistosa fasciatura dimostrazione di grande attaccamento alla maglia e soprattutto grande voglia di non mollare mai. Al termine di questi mondiali Yashin ormai trentatreenne annunciò il suo ritiro salvo poi ripensarci come avviene alla maggior parte dei calciatori che amano troppo questo sport e non possono farne a meno. Di pronta risposta alla decisione di continuare a giocare il 1963 per Yashin fu l’ anno della consacrazione eterna:tornò prepotentemente alla ribalta distinguendosi sia in campo nazionale dove in 27 partite subisce solo 6 reti che in campo internazionale dove Yashin si fece notare soprattutto per i suoi numerosi salvataggi negli ottavi di finale degli Europei giocati contro l’Italia parando un rigore nella gara di ritorno giocata a Roma a Sandro Mazzola che, qualche anno dopo, si è lasciato andare a queste dichiarazioni -“Yashin era un gigante nero: lo guardai cercando di capire dove si sarebbe tuffato e solo tempo dopo mi resi conto che doveva avermi ipnotizzato. Quando presi la rincorsa vidi che si buttava a destra, potevo tirare dall'altra parte, non ci riuscii. Quel giorno il mio tiro andò dove voleva Yashin”. Questa è forse la fotografia più bella per raccontare cosa voleva dire trovarsi di fronte a Lev Yashin.
Sempre nel 1963 si svolse un amichevole per festeggiare il centenario della Football Association tra Inghilterra e Resto del Mondo dove Yashin giocò il primo tempo e fece rimanere senza parole i 100000 spettatori presenti a Wembley grazie ai suoi numerosi interventi che hanno fatto rimanere il punteggio sullo 0-0. Quelli che si stupirono della classe, della bravura, degli eccezionali riflessi e dell’ efficacia dei suoi interventi non furono solo gli inglesi presenti allo stadio ma anche gli addetti ai lavori che decisero di conferirgli il Pallone d’oro davanti a campioni del calibro di Rivera, Greaves, Law, Eusebio, Schnellinger, Seeler, Suarez, Trapattoni e Bobby Charlton che completano la top 10.
Due anni dopo in Spagna si svolsero le fasi finali del campionato di calcio europeo dove Yashin trascinò nuovamente i sovietici in finale tuttavia persa per 2-1 contro le furie rosse padrone di casa al Santiago Bernabeu. Nel 1966 partecipò al suo ultimo mondiale da titolare portando la compagine sovietica fino alla conquista del quarto posto ancora tuttora miglior piazzamento assoluto della selezione calcistica sovietica. A quaranta anni fu ancora convocato per i mondiali tuttavia solo come riserva fino a quando il 27 Maggio 1971 fu celebrata a Mosca in uno stadio Lenin tutto esaurito la partita d’addio al calcio di Yashin. La gara terminò 2-2 anche se, a fine primo tempo, quando Yashin abbandona il campo, la porta della Dinamo è ancora inviolata. A fine gara Lev esce tra le lacrime, il calcio saluta il suo più grande interprete di tutti i tempi tra i pali.
Tra i protagonisti c’erano: Franz Beckenbauer, Bobby Charlton, Giacinto Facchetti e persino Pelè che lo definì –“Un grande portiere e un uomo dalla grandissima generosità”-. Il suo caro amico Eusébio , anche lui presente alla partita, lo ricordò invece come –“Il più grande portiere del mondo della storia”-.
In tutta la sua carriera Yashin collezionò 326 presenza con la Dinamo Mosca, 74 con la Nazionale Sovietica e lasciò la porta inviolata per 207 volte neutralizzando addirittura 86 calci di rigore. Fu considerato un innovatore del ruolo del portiere perchè fu tra i primi a comandare la difesa dalla proprio area e inoltre i suoi straordinari riflessi la sua altezza unita alla sua eccezionale elasticità davano l’ impressione che riuscisse a coprire ogni angolo della porta; furono proprio queste sue doti che portarono la Iternational Federation of Football History and Statistics a votarlo come miglior portiere del XX secolo un vero e proprio riconoscimento istituzionale che lo colloca al di sopra di qualunque altro estremo difensore. In pratica si tratta del portiere piu forte che abbia mai calcato un campo di calcio: era il terrore di ogni attaccante.
Nel 1960, nel 1963 e nel 1966 viene eletto miglior portiere del campionato sovietico dalla rivista Ogonyok. Nel 1963 riceve il Pallone d’oro, unico portiere a riceverlo, premio che il suo compagno di squadra Bauzha commenta cosi.-“ Un portiere che ottiene questa riconoscenza ancor oggi è evento straordinario, ma è giusto così, questo ruolo è l’antitesi esatta del calcio, anzi la sua nemesi”-. E poi continua dicendo:-“ Lev aveva qualità che ho visto in pochi altri giocatori: era dotato di un incredibile senso di responsabilità, era disponibile a fare qualsiasi cosa per i compagni e questa sua generosità lo spingeva a essere impeccabile, a dare tutto”- precisa Bauzha-“Non poteva sbagliare. Il suo era un dovere morale. Aveva un talento incredibile, cristallino, ma quello che faceva la differenza in lui era la forza di volontà, prima, e la sua capacità di concentrarsi ed entrare in una specie di trance agonistica che lo rendeva un’unica cosa con quanto gli accadeva intorno; Yashin non parava soltanto, dirigeva: richiamava i compagni, indicava loro i movimenti, chiamava le marcature e se la squadra era in svantaggio si sostituiva al libero e impostava lui stesso le azioni. La nostra fiducia in lui era assoluta, i ragazzi sapevano di avere alle loro spalle un’assicurazione sulla vita”.
Nel 1967 riceve l’ Ordine di Lenin, la massima onorificenza sovietica. Nel 1986 riceve l’ Ordine Olimpico assegnatagli dal CIO. Nel 1988 la FIFA gli assegnò l’ Ordine al Merito, la sua più alta riconoscenza.
Nel 1994 in suo onore la FIFA istituì il premio Yashin da conferire al miglior portiere della fase finale dei mondiali di calcio. Nel 2000 viene eletto dalla FIFA e dall’ IFFHS miglior portiere del XX secolo precedendo Gordon Banks e il grande Dino Zoff. Nel 2005,per celebrare il suo 50° anniversario l’ UEFA invitò ogni federazione ad essa affiliata ad indicare il miglior giocatore dell’ ultimo mezzo secolo. La scelta della Federcalcio russa ricadde su Yashin, designato quindi come Golden Player Dall’UEFA. Attorno a lui girano anche alcune leggende buffe come quella che era solito portare in campo due cappelli, uno da mettere ed uno da piazzare dietro la porta; o quella che lo vede raccogliere un quadrifoglio nei pressi della porta dopo ogni rigore parato; o ancora quella del suo "segreto" che sta tutto nel fumare una sigaretta e bere qualche superalcolico prima della partita, per rilassarsi e tonificare i muscoli.
Ma queste sono solo leggende ciò che è sicuro come ci sottolinea ancora il suo compagno di squadra Bauzha è che:-“Yashin è per tutti il Ragno nero, soprannome azzeccato per la sua capacità di tessere tele insuperabili per gli attaccanti avversari, ma per noi, suoi compagni, era altro: era un anatema contro la sconfitta, un pezzo di legno in mezzo al mare al quale aggrapparsi se nella tempesta la barca affondava e ci si ritrovava in balìa delle onde” Una leggenda in carne ed ossa, una raccolta infinita di aneddoti e fatti curiosi, ma soprattutto un portiere mai visto prima di allora. Un portiere capace di interpretare il ruolo già in maniera moderna, comandando la propria difesa, uscendo spesso anche fuori area per rilanciare il contropiede. Un concentrato di riflessi ed agilità all’interno di un corpo da cestista.

Sitografia