Nadi Aldo

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IMMAGINI

Aldo Nadi è stato uno schermidore italiano. Nacque a Livorno il 23 Aprile del 1899 e morì a Los Angeles il 10 Novembre del 1965. Proveniente da una famiglia di schermidori, Aldo e suo fratello maggiore Nedo furono avviati alla scherma dal padre, il maestro d'armi Beppe Nadi (fondatore dello storico Circolo Scherma Fides di Livorno), il quale li allenò con durezza al pari degli altri allievi della propria scuola. Nella sua palestra i due ragazzi si allenavano con il fioretto e la sciabola. La spada invece era proibita, perché il padre la riteneva un'arma indisciplinata. Aldo era quindi costretto ad andare a tirare di spada altrove, di nascosto dal padre.
Durante la Prima guerra mondiale Aldo Nadi fu impegnato come ufficiale di cavalleria.
A soli 21 anni partecipò alle Olimpiadi del 1920, anno in cui la scherma italiana ottenne un risultato eccellente: vinse l'oro a squadra in tutte e tre le armi (Aldo, così come il fratello Nedo, faceva parte di tutte e tre le squadre). In più però, Aldo completò il bottino con un argento individuale nella sciabola, perdendo in finale proprio contro il fratello maggiore. I fratelli Nadi furono i co-protagonisti di quell'Olimpiade assieme al finlandese volante Paavo Nurmi.
Quando Nedo se ne andò in Argentina, subito dopo i Giochi, Aldo sarebbe potuto diventare il dominatore della scena europea ma si giocò tutto nella notte del 30 gennaio 1922 al Cirque de Paris dove davanti a quasi diecimila persone sfidò il campionissimo francese Lucien Gaudin per una somma di denaro pazzesca. Perse la sfida (anche per via di una giuria pilotata, in casa dell’avversario) e perse anche lo status di dilettante (cosa che gli impedì di tornare ai Giochi per il resto della carriera).
Negli anni trenta lascia l’Italia, arriva a New York e presto apre una sala di scherma all’interno dell’istituto di bellezza di Elizabeth Arden, la regina dei cosmetici. Gareggiò per diverso tempo negli Stati Uniti, dove fu protagonista di spettacolari sfide con un altro maestro italiano, Giorgio Santelli.
Agli inizi degli anni quaranta, attirato sempre di più dal cinema (difatti si ricorda che Aldo già nel 1928 in Francia aveva recitato nel film diretto da Jean Renoir “Le Tournoi dans la Cité”), si trasferì ad Hollywood. Non riuscì però a sfondare nel cinema americano per cui racimolò una piccola parte come guardia del corpo in un unico film, e qualche consulenza come coreografo di scene di duello in pellicole minori. Nel 1955 si dedicò alla stesura della sua autobiografia (The Living Sword: A Fencer's Autobiography), che venne pubblicata 30 anni dopo la sua morte. Senza figli, rimase negli Stati Uniti fino agli anni ’60. Morì nel sonno nella sua casa di Los Angeles, in California, il 10 novembre 1965 e le sue ceneri furono sparse nell’Oceano.

Curiosità

Poche altre famiglie hanno saputo segnare così tanto la storia di uno sport, quanto i livornesi Nadi: il padre Beppe, pompiere e fondatore del mitico Circolo Fides (uno dei club più titolati al mondo: oltre 60 medaglie olimpiche, oltre 100 mondiali), e i due figli così diversi l’uno dall’altro. Sembra che il padre una volta dichiarò: Nedo vincerà tutto quello che si potrà vincere nella scherma. Quando si stancherà, Aldo lo sostituirà. Secondo molti la sua profezia non risultò essere andata lontano dalla verità. Se non avesse finito, suo malgrado, per diventare semplicemente “il fratello minore di..“, Aldo Nadi sarebbe probabilmente annoverato tra i grandi protagonisti della storia dello sport italiano della prima metà del Novecento anche perché ne avrebbe avuto di sicuro tutte le caratteristiche, eccetto una: la dedizione monastica che Nedo dimostrò sempre alla scherma e che Aldo invece difettò. Nadi fu capace di vincere a 21 anni tre ori e un argento in un’unica edizione dei Giochi, ad Anversa 1920, in tre armi diverse. Peccato per lui che il fratello Nedo ne vinse cinque d’oro in quella stessa Olimpiade e quindi il paragone lo condizionò per sempre. Con Nedo il rapporto fu da sempre contraddittorio: affetto, rivalità, gelosia, orgoglio familiare. Ma dopo la morte del fratello, lui ne divenne il depositario e difensore della memoria e della carriera: sostenne sempre che suo fratello Nedo fosse il migliore schermidore di tutti i tempi. A coloro invece che affermavano che Edoardo Mangiarotti fosse il migliore schermidore d'Italia, a causa del numero di medaglie vinte, egli rispose che suo fratello Nedo aveva sì vinto meno medaglie, ma tutte d'oro.

Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Nadi

https://sport660.wordpress.com/2020/02/16/aldo-nadi-una-vita-tra-pedane-vittorie-e-luci-del-bel-mondo/