Nainggolan Radja

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Radja Nainggolan (Anversa,4 maggio 1988) è un calciatore belga di origini indonesiane, attualmente centrocampista dell’Anversa.
Radja Nainggolan è nato da madre fiamminga e padre batak, un'etnia dell'isola di Sumatra, in Indonesia.
Quando Radja era ancora un bambino, il padre abbandonò la famiglia lasciandola in condizioni precarie. Fu cresciuto dalla madre, alla quale era molto legato, che morì nel 2010. Parla quattro lingue: olandese, francese, inglese e italiano.
Si è sposato il 3 maggio 2011 con Claudia Lai, da cui ha avuto due figlie: Aysha (nata nel 2012) e Mailey (nata nel 2016). Nel giugno del 2013 visita per la prima volta l'Indonesia venendo ricevuto dal ministro per le politiche giovanili e lo sport. Ha una sorella gemella, Riana, anch'essa calciatrice, nella stagione 2014-2015 in rosa con la Res Roma, e poi passata al calcio a 5.
È un centrale di centrocampo molto dinamico e duttile, spesso schierato come mezzala o come mediano davanti alla difesa.
Abile negli inserimenti offensivI e dotato di discreta tecnica, buona visione di gioco, fiuto del gol e un ottimo tiro dalla distanza di notevole potenza, è stato spesso anche impiegato come regista oppure in un ruolo più avanzato, come trequartista dietro le punte, in particolare alla Roma e all'Inter.
Ha fatto parte della nazionale Under-21 del Belgio dal 2007 al 2010, con la quale ha disputato 13 gare e segnato un gol.
Esordisce in nazionale maggiore il 29 maggio 2009 nell'incontro contro il Cile valido per la Kirin Cup, terminato con il punteggio di 1-1. È stato richiamato nel novembre 2011, quando ha collezionato la seconda presenza in amichevole contro la Romania.
Nella stagione 2014-2015 si dimostra sin dall'inizio tra i più in forma della squadra, diventando una pedina fondamentale per la formazione di Rudi Garcia, e rivelandosi uno dei migliori giocatori del girone di andata della Serie A classificato anche nella top 10 dei migliori giocatori di quell’annata calcistica.
L’apice della sua carriera arriva il 17 settembre 2014 quando debutta in Champions League durante il match giocato contro i russi del CSKA Mosca partita terminata 5-1 per la Roma. Altra data fondamentale per la crescita della sua carriera e’ Il 3 novembre 2016 dove segna il primo gol in carriera nelle coppe europee, il quarto giallorosso nella vittoria per 4-2 in trasferta contro l'Austria Vienna, match valido per la fase a gironi dell'Europa League 2016-2017.
Viene convocato per gli Europei 2016 in Francia, competizione in cui realizza due reti: la prima consente al Belgio di battere 1-0 la Svezia e di qualificarsi agli ottavi come seconda del girone; la seconda, nei quarti di finale contro il Galles, sblocca la gara, ma il Belgio verrà sconfitto 3-1 dai gallesi ed eliminato.
Nell'agosto 2017, dopo essere stato escluso dalle ultime convocazioni del nazionale, salvo poi tornare sui suoi passi, nel mese di novembre torna a far parte della rosa belga. Il 27 marzo 2018 disputa la sua ultima partita con la maglia dei Diavoli Rossi in occasione della vittoria casalinga contro l'Arabia Saudita (4-0) poiché, dopo essere stato escluso dalla lista dei convocati per i Mondiali 2018 in Russia, annuncia ufficialmente il ritiro dalla nazionale.
Sempre nel 2018 approda all’inter a titolo definitivo dove ritrova il suo ex allenatore Luciano Spalletti, sigla il suo primo gol in nerazzurro alla terza partita di campionato, nonché sua prima presenza, nella vittoria per 3-0 sul campo del Bologna.Il suo girone d'andata è molto travagliato in quanto è vittima di molteplici infortuni nel corso della stagione. Nel girone di ritorno si rende protagonista di prestazioni migliori rispetto al girone d'andata (nonostante avesse avuto ulteriori problemi fisici) e il 26 maggio 2019, all'ultima giornata di campionato, segna il gol decisivo nella vittoria per 2-1 contro l'Empoli che consente ai nerazzurri di qualificarsi alla successiva edizione di Champions League. All'inizio della stagione 2019-2020, con l'arrivo del nuovo allenatore Antonio Conte, il belga viene escluso dal club nerazzurro. Il 5 agosto 2019 viene quindi ceduto in prestito annuale al Cagliari, facendo così ritorno al club sardo dopo 5 anni. Nel 2021,anche se come comprimario, Radja Nainggolan ha vinto il primo trofeo della carriera ovvero lo scudetto matematico dell’Inter.
Nainggolan è un calciatore molto amato nonostante non faccia nulla per nascondere alcuni aspetti del suo carattere che, in teoria, dovrebbero infastidire un’opinione pubblica che sul calcio è spesso conservatrice, quasi reazionaria.
Nainggolan non mette il calcio davanti a ogni cosa, ma coltiva abitudini che possono essere considerati come “vizi”, o quantomeno “sfizi”, non in linea con la retorica dell’atleta stoico, che ha il culto del proprio corpo, o che fa di tutto per non intaccare nemmeno lontanamente le proprie prestazioni.
Non si tratta di chiacchiere senza fonte, di mormorii da bar, ma di abitudini che ci vengono raccontate da alcuni dei suoi stessi allenatori. Nel 2016 l’allora commissario tecnico del Belgio, Marc Wilmots, diceva a un’emittente del suo Paese: «Confermo, Nainggolan fuma, cerco sempre di dargli una camera con balcone, in modo che il rilevatore di fumo non intervenga. Credo sia l’unico tra i Diavoli Rossi a fumare. Se gli avessi proibito di fumare cinque, sei sigarette al giorno, penso che avrebbe distrutto la stanza. Sarà un suo problema se giocherà fino a 30 anni invece che a 35 anni». Nel dicembre del 2018, poi, è stato Luciano Spalletti a dichiarare: «Lui è un ragazzo sensibile, di persona ha tutte le qualità di chi si comporta bene. A volte viene attratto da altre cose, giocando nell’Inter se hai tre o quattro cose che metti davanti al calcio non arrivi a certe classifiche. A lui ne vanno smussate alcune, sennò fa fatica».
Dal punto di vista calcistico, Radja Nainggolan è una sorta di intersezione felice di insiemi diversi. È eccezionale atleticamente e tecnicamente, è duttile dal punto di vista tattico, e poi è bello da guardare, come quei giocatori che riescono a legare la parte più superficiale con quella più profonda del loro gioco. Alla teatralità del suo aspetto, cresta, tatuaggi, sguardo da avventuriero asiatico con vago accento nordeuropeo nell’inflessione vocale – associa la spettacolarità dei suoi interventi di recupero del pallone.
Nainggolan sembra volerci dire, a sue spese, che è possibile avere una vita che ruota attorno al calcio, ma non arrendersi al calcio come all’unico orizzonte della propria vita. Sembra voler smascherare, sacrificando parte della sua reputazione agonistica, il martellante circo sportivo e mediatico, rifiutando, anzi ignorando del tutto, il giudizio altrui rispetto alle deviazioni dal percorso che si trova a scegliere. Nainggolan chiede di essere scelto per quello che è. Il suo stile è la ricerca costante di un equilibrio tra la voglia di dimostrare al mondo il proprio talento, lottando per essere utile alla propria collettività (o squadra), e il disperato bisogno di togliersi dalle spalle il peso del giudizio altrui.

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