Nureyev Rudolf

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IMMAGINI

Rudolf Nureyev -1,73 cm di puro talento- fu uno dei più grandi ballerini del Novecento. Era una persona colta, curiosa, sensibile, con un carisma raro. “Ringraziamo il cielo - diceva- che ho un po’ di temperamento. Se non si ha passione nelle cose ci si lascia semplicemente vivere.” I suoi interessi erano ampi e amava discutere di tutte le tematiche, mostrando un’incredibile ricchezza di conoscenze in molti campi. Dotato di un temperamento unico, fu capace di dominare la scena soltanto con la sua presenza e di ammaliare il pubblico con uno stile inimitabile e straordinarie doti interpretative. Venne soprannominato the flyngtatar, il tataro volante, per la sua leggerezza, velocità e per le acrobazie che caratterizzavano ogni suo movimento.
Ha contribuito a rivoluzionare il mondo del balletto classico accentuando l'importanza dei ruoli maschili e permettendo che il confine tra balletto classico e danza moderna venisse abbattuto.
Nureyev danzò entrambi gli stili, cosa che oggi è assolutamente normale per un ballerino, ma che ai tempi fu per lui causa di numerose critiche. Stravolse il mondo della danza grazie alla sua capacità di fondere perfettamente il balletto classico e la danza moderna, diventando il precursore del balletto che oggi conosciamo. Tuttavia, il nucleo centrale della sua attività fu dedicato ai grandi classici del balletto, dei quali presentò le proprie versioni coreografiche, come Raymonda e La Bella addormentata. Come coreografo valorizzò al massimo la danza maschile, trasformando il balletto in espressione non solo di grazia e delicatezza ma anche di forza e potenza. Nureyev nella sua carriera raffinò il suo stile e sviluppò la convinzione che il ruolo maschile dovesse liberarsi da quella semplice condizione di porteur della ballerina; aggiunse quindi nelle rivisitazioni dei grandi classici variazioni disseminate d’insidie tecniche, come nel lungo assolo del secondo atto de La Bella addormentata. Il suo successo ha facilitato l’ingresso degli uomini nel mondo del balletto che, fino a quel momento, era piuttosto limitato. Questi nuovi e fondamentali cambiamenti per il ruolo maschile nella danza furono ancor più accentuati quando Nureyev si dedicò alla coreografia. Portò in scena una rilettura dei balletti classici all’Opera di Parigi, di cui fu il direttore dal 1983 al 1990.
Rudolf nacque il 17 marzo 1938 su un treno nella ferrovia transiberiana nei pressi di Irkutsk, in Siberia, durante un viaggio che la madre aveva intrapreso per raggiungere il marito a Vladivostock.
Ancora bambino, si trasferì con la sua famiglia ad Ufa in Baschiria, dove trascorse l’infanzia e l’adolescenza. Venne cresciuto dalla madre Farida, intelligentissima ed affettuosa, e dal padre Hamet, militare dell’Armata Rossa di origine tartara. Suo padre, poco presente, voleva un figlio ingegnere che onorasse la patria e si interessasse alla caccia, esattamente come lui, ma l’animo sensibile e la passione per la danza di suo figlio Rudolf lo frustavano tanto che tra i due si instaurò un rapporto conflittuale. Artefice dell’incontro tra Rudolf e il mondo della danza fu la madre; infatti, dopo averlo portato a vedere un balletto al teatro, il piccolo Rudy esclamò: «Diventerò un ballerino!». Poco dopo fu iscritto ad una scuola di danza di Ufa.
Cominciò a prendere lezioni di danza all'età di undici anni dall’anziana insegnante Ana Udeltosova, che fu molto importante per lo sviluppo professionale di Nureyev. I due lavorarono insieme fin quando non raggiunsero il loro obbiettivo: l’ammissione nel 1955 del giovane Rudolf all’Accademia di danza di Vaganova aggregata al Kirov di Leningrado, dove poi successivamente si diplomò nel 1958. Entrato in compagnia, venne poco dopo promosso primo ballerino del Kirov e divenne uno dei danzatori più famosi dell’unione sovietica.
Il regima sovietico, a quel tempo-epoca in cui la guerra fredda imperversava-, si serviva del balletto per dimostrare all’Occidente capitalista le doti del comunismo garantendo la ricchezza della cultura e dell’arte. La personalità esplosiva, tenace, ribelle, passionale e coraggiosa del ballerino russo, incompatibile con le rigide regole imposte dal regime, lo rese il primo artista a varcare la cortina di ferro, alla ricerca di quella libertà che l’Unione Sovietica negava ai suoi cittadini. La svolta definitiva avvenne nel 1961 quando Nureyev venne scelto per sostituire, a seguito di un infortunio, il ballerino Konstantin Sergeyev in un balletto a Parigi. La sua performance fu strabiliante tanto da esaltare pubblico e critica. Grazie a questo risultato il ballerino russo riuscì a chiedere l’asilo politico e a scappare da una natività rigida e oppressiva. Ad accoglierlo artisticamente fu Raimondo De Larrain, direttore della compagnia del marchese di Cuevas, che lo scritturò per la “Bella addormentata”. Nureyev era finalmente libero di dar voce al suo essere, alla sua passione, all’estro, alla sensibilità e al talento che lo contraddistinguevano, donandogli una notorietà tale da essere lui a scegliere dove e con chi danzare. Pochi anni dopo incantò tutti i teatri d’opera più importanti d’Europa e d’America, dando inizio a trent’anni di carriera fervente nei quali Rudolf si afferma fra i migliori danzatori mai esistiti.
Con l’asilo politico richiesto alla Francia divenne leggenda e negli anni ’60 e ’80 esplose la “Rudy mania”, diventando protagonista delle cronache mondane. Questa fuga, però, oltre a farlo divenire un icona politica ed un esempio per tanti altri artisti gli costò una condanna per alto tradimento.
L’enorme popolarità che gli piombò addosso non riuscì a colmare però il suo desiderio di tornare in patria. Riuscì a rientrare in Russia nel 1987, l’accoglienza che ricevette fu trionfale e finalmente riuscì a riabbracciare per l’ultima volta l’amata madre. Si esibì nel suo teatro Kirov e, anche se la sua condanna non fu mai cancellata e per molti dei sui concittadini era un cattivo esempio morale e comportamentale, il teatro fu stracolmo di spettatori.
La sua carriera in Occidente comincia con la compagnia del Marchese di Cuevas, con il Balletto Reale Danese di Erik Bruhn e poi con il Royal Ballet di Londra. Il grande amore della vita di Rudolf fu Erik Bruhn (uno dei ballerini più affermati e celebri d’Europa). I due si incontrarono durante una tournée del Royal Ballet a Copenaghen, in Danimarca, nel 1961. Nonostante la grande differenza di età, tra i due scoppia un amore folle e intenso ma la loro relazione è discontinua e travagliata anche, e soprattutto, a causa dei continui tradimenti di Rudolf.
Un altro grande amore di Rudolf fu quello con "Eddie", così chiamava Freddie Mercury: la loro fu una relazione per lo più epistolare durata fino al giorno in cui Rudolf si spense.
A Copenaghen incontrò inoltre Margot Fonteyn, indiscussa stella della danza britannica, che lo introdusse alla Royal Ballet di Londra. Con lei instaura una lunga e proficua collaborazione professionale destinata a trasformarsi nell’amicizia più preziosa e importante di tutta la sua vita. I due danzarono insieme dei celebri balletti come “Il lago dei cigni” e “Giselle”. Quel che rese la loro coppia incredibile fu la mescolanza perfetta dei loro temperamenti, lei interiore, controllata, lui ardente, esplosivo. Diventarono una coppia artistica immortale, tanto che solo per loro due il coreografo creò il balletto “Marguerite and Armand” ispirato alla “Signora delle Camelie”. Tra lui e Margot nacque così un’amicizia incondizionata che li rese partecipi e supporto l’una della vita dell’altro.
Un’altra donna molto importante per la vita dell’Étoile fu Vittoria Ottolenghi, la quale oltre ad essere stata un’impareggiabile critica di danza, è anche stata una delle poche persone che Nureyev considerava amica.
Una volta, quando era direttore dell’Opéra di Parigi, le disse:
”Guardami bene, così come mi vedi ora - tutto sudato, con una tuta sportiva consumata, il mio vecchio berretto di lana in testa e pantofole di feltro; sto in teatro tutto il giorno, tutti i giorni. Non mi muovo mai dalla sala prove, dalla classe o dal palcoscenico. E sto sempre con i ballerini. Ho un ufficio, certo, e molti collaboratori. Ma in quell’ufficio non ci ho mai messo piede e i collaboratori vengono qui a chiedermi le cose e a ricevere le istruzioni. Io dirigo da qui. Non delego la danza, mai. La dimostro, l’insegno e la vivo personalmente nei minimi dettagli.”
Rudolf viene scritturato in tantissimi spettacoli, esordì anche in Italia, prima lavorando per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, poi per il Teatro alla Scala di Milano creando le nuove coreografie de La Bayadère, La Bella Addormentata, Lo Schiaccianoci, e Giselle che interpretò al fianco di Liliana Cosi e di Carla Fracci. L’incontro con quest’ultima è stato un evento deflagrante per la scena teatrale italiana, insieme hanno cambiato la percezione della danza e del balletto in Italia e nel mondo.
Nel 1984, durante il suo mandato all’Opéra di Parigi, gli fu diagnosticato l’AIDS. Nonostante la malattia, Nureyev non perse la sua forza e continuò a esibirsi sul palcoscenico. Nel 1989 tornò a San Pietroburgo per danzare al Teatro Mariinskij e, nonostante fosse molto malato, riuscì a portare a termine tutte e cinque le serate programmate. Il suo ultimo progetto fu la messa in scena de La Bayadère all’Opéra di Parigi. Al termine della prima rappresentazione, che ebbe luogo nel novembre del 1992, Nureyev, presente su una sedia a rotelle, ricevette la più alta onorificenza culturale francese, il Chevalier de l'Ordredes Artes et Lettres.
Negli ultimi anni di vita si dedicò in toto alla direzione artistica e alla coreografia, portando a compimento una produzione rivoluzionaria, preziosissimo lascito per i posteri. Continuò a danzare fino all’ultimo momento, perché voleva “Morire sul palcoscenico”. Così il ballerino russo Rudolf Nureyev morì il 6 gennaio 1993 a Parigi, all’età di 54 anni. “Qualsiasi cosa accada - rivoluzione, guerra, capovolgimento di ideologie, di religioni, di tutto - io devo continuare a danzare, in ogni caso, fino all’ultimo respiro.” La sua immagine è stata con gli anni mitizzata, come avviene con chi, la vita, la trasforma in leggenda.

Sitografia


  • Biografieonline.it
  • HARPERSBAZAAR.COM
  • Danzadance.com
  • Rudolf Nureyev (1938-1993) di Michelle Potter
  • Coreografie di Rudolf Nureyev
  • Ilchaos.com
  • Dilei.it

Bibliografia


  • Rudolf Nureyev, Vittoria Ottolenghi, Confessioni: una conversazione lunga trent'anni, Roma, Pantheon, 1995
  • Alberto Testa, Rudolf Nureyev. Genio e sessualità, Roma, Gremese, 2014
  • Peter Watson, Nureyev: A Biography, London, Hodder&Stoughton, 1994
  • Bibliolmc.uniroma