Rivellino Roberto

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IMMAGINI

Roberto Rivellino nacque il primo gennaio del 1946 a San Paolo del Brasile, figlio di emigranti italiani. Quando Roberto cominciò a giocare, nella comunità, era logico che andasse verso il Palmeiras, la squadra fondata dagli italiani nel 1942, ma al primo test alla Palestra Italia non piacque, nel 1962, e lui si diresse verso il Corinthians, di cui negli anni divenne uno degli idoli assoluti. Nome? gli chiesero alla firma del primo tesserino. “Gli amici mi chiamano Maloca, ma il mio nome è Rivellino con due elle”. Diventò in breve un leader nonostante la giovane età. Ala sinistra o mezzapunta offensiva, Rivellino era spettacolare in ogni singolo gesto tecnico, anche quello apparentemente semplice, anche sui calci piazzati o sulle conclusioni dalla distanza, nulla potevano, era un mago anche in questa specialità. ELASTICO - Giocatore dotato di grande tecnica, eccelleva nel dribbling, spesso effettuato col gesto tecnico dell’elastico, o “flip-flap” di cui è considerato l’inventore. In realtà però ha sempre dichiarato: “Sérgio Echigo dice di aver inventato lui questo genere di dribbling, ma è certo che a perfezionarlo sono stato io!”. Cresciuto nel Corinthians vi ha giocato per 10 anni segnando 165 gol. Passato al Fluminense con cui vinse due campionati di Rio e poi si trasferì in Arabia Saudita.

NAZIONALE

Col Brasile Rivellino aveva debuttato giovanissimo, appena ventenne, ma l’apoteosi tecnica e persino morale arrivò nel leggendario mondiale messicano del 1970. Roberto fu fra i protagonisti più celebrati: chi lo giudicava una brutta copia di Pelé dovette ricredersi dopo la geniale intuizione di Zagallo. Il CT dei carioca li schierò insieme, Pelé e Rivellino, a ridosso delle punte Tostao e Jairzinho, formando probabilmente l’attacco più forte e completo di ogni epoca. Il debutto fu subito travolgente: contro la Cecoslavacchia Rivellino siglò su punizione(una botta che i messicani definirono “Patada Atomica”) la rete del pareggio nel primo tempo, dando la scossa giusta alla squadra in difficoltà. Il Brasile poi chiuse sul 4-1. Nei quarti di finale, il 14 giugno a Guadalajara, sbloccò di nuovo la contesa segnando col Perù (4-2 al novantesimo); in semifinale, invece, chiuse i giochi nei minuti finali col punto del 3-1 nel derby con l’Uruguay. Nella finalissima Brasile-Italia del 21 giugno a Città del Messico, pur non andando in rete, contribuì al 4-1 dei verdeoro contro gli azzurri di Riva e Boninsegna. Una gioia senza confini: Rivelino e compagni erano Campioni del mondo! Chiuse la carriera verdeoro proprio contro l’Italia, nel 1978, in Argentina, finale per il terzo posto. In totale giocò con la Seleçao 92 incontri ufficiali, partecipando ad altri due Mondiali e realizzando 26 reti.

L’AMICIZIA CON PELE’ (O REI)

Rivellino era e rimane un grande amico di Pelé, “Quando fui convocato per la prima volta in nazionale, racconta Roberto, mi accolse con grande disponibilità e mi prese in simpatia. E' sempre stato prodigo di preziosi consigli, da un vincente come lui hai sempre da imparare. Nella vita siamo rimasti amici e mi ha dato una mano anche quando ho avviato le mie scuole calcio. Devo solo ringraziarlo, mi è sempre stato vicino, e se ho vissuto una buona carriera lo devo molto a lui”. Nel marzo del 2004 fu inserito da Pelé nella lista del FIFA 100, la speciale classifica dei più grandi calciatori viventi. Insieme a Teófilo Cubillas, Elías Figueroa e Mario Kempes, è considerato uno dei giocatori sudamericani più forti degli anni settanta e di tutti i tempi.

FINE CARRIERA

Ha smesso di giocare nel 1981 e dopo la carriera da calciatore professionista, Rivellino ha lavorato come telecronista e come allenatore (del giapponese Shimizu S-Pulse). Nessuno può e potrà mai dimenticare le sue gesta e le sue prodezze sul rettangolo di gioco; ancora oggi è venerato come uno dei brasiliani più amati del secolo scorso. Curiosità: E’ il giocatore che potrebbe aver segnato il gol non ufficiale più veloce di sempre. Ha segnato fin dal calcio d'inizio quando ha visto che il portiere era in ginocchio mentre pregava prima della partita, un’altra curiosità è che non volle mai tirare i rigori, ne calciò appena cinque. “Troppo facili. Preferisco le punizioni”. Per lui, la stessa cosa.

Sitografia

  • Wikipedia - Rivellino
  • Storie di calcio
  • Futbolismo.it
  • Enciclopedia dello Sport