Robinson David Maurice

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IMMAGINI

David Robinson, nato il 06/08/1965 a Key West in Florida, cestista statunitense

Primi anni e carriera scolastica


David Maurice Robinson fin da bambino dimostrò di essere molto intelligente e propenso allo studio. Egli oltre a leggere molti libri era interessato alla matematica e all’elettronica, infatti, spesso smontava e rimontava computer e televisori. Amava molti sport tra i quali baseball, football e tennis ma la pallacanestro non lo appassionava particolarmente e non essendo conscio del proprio talento non credeva di poter diventare in futuro un giocatore professionista.
Dopo molte insistenze accettò di entrar a far parte della squadra di basket della sua scuola, la Osborn Park High School, che lo aveva notato per le sue doti fisiche (molto alto e possente già da ragazzo).
Si racconta dell’episodio in cui egli, nei suoi primi allenamenti, provò a schiacciare e con sua grande sorpresa ci riuscì senza difficoltà.
L’ultimo anno di High School lasciò la squadra per dedicarsi totalmente allo studio con l’obiettivo di essere ammesso all’Accademia Navale Americana di Annapolis, famosa come “The Yard”.
I suoi sacrifici furono ripagati, ebbe, infatti, la possibilità di accedere all’agognata Accademia dove avrebbe frequentato il corso di laurea in Matematica e avrebbe potuto coronare il suo sogno di fare il sommergibilista.
Continuò a giocare a basket anche in Accademia, dove dopo i primi periodi in panchina come centro di riserva assunse un ruolo fondamentale nella squadra, che guidò per la prima volta al noto torneo NCAA nella stagione 1984-1985.
Le sue prestazioni in continuo crescendo furono notate dagli Scout della NBA e dei College più prestigiosi che volevano accaparrarsi il suo grande talento. David rifiutò tutte le proposte per continuare l’Accademia: nella sua famiglia, infatti, era molto forte la “tradizione militare”, tutti i suoi predecessori avevano frequentato l’Accademia ed inoltre David non era ancora sicuro del suo talento quindi preferiva conseguire la laurea in matematica.
Nei quattro anni al college partecipò per due volte al torneo NCAA con la sua squadra e nell’ultima stagione da Senior chiuse il torneo come primo nelle stoppate, terzo in punti, quarto in rimbalzi e segnò 50 punti nella finale contro Michigan. Fu il primo giocatore di NCAA Division I a chiudere con più di 2500 punti e 1300 rimbalzi e fu nominato College Player of the Year. In pochi anni passò da essere 1.98 m agli attuali 2.16 m e, proprio in questo periodo cominciò a sognare di giocare in NBA.

NBA e Olimpiadi


Nel draft del 1987 fu selezionato dai San Antonio Spurs come prima scelta assoluta ma prima di poter iniziare a giocare in NBA Robinson doveva terminare la ferma militare lunga cinque anni durante la quale gli fu permesso di far parte della Nazionale USA. Fu così che vinse la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Seoul del 1988, ultima edizione in cui non fu consentito ai professionisti NBA di partecipare.
La Marina Militare Americana ridusse eccezionalmente gli anni della leva obbligatoria da cinque a due per dargli la possibilità di inserirsi tra i grandi professionisti: nel 1989 iniziò a giocare in NBA con il soprannome di ‘The Admiral’ (l’ammiraglio).
Il suo apporto permise agli Spurs di compiere un salto di qualità passando in breve tempo dall’ultimo al primo posto nella Midwest Division. Al termine del suo primo anno fu eletto Rookie dell’anno con medie di 24.3 punti, 12 rimbalzi e 3.9 stoppate e arrivò sesto alla votazione del Most Value Player (MVP) della stagione regolare dopo essere stato convocato anche per l’ All-Star Game.
Nonostante i vari successi, egli non si accontentava e continuava ad allenarsi duramente anche durante le pause estive per migliorare la propria tecnica.
Nel 1992 fu eletto Miglior Difensore NBA. Nello stesso anno vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi disputate a Barcellona con lo storico Dream Team di cui facevano parte altre stelle del basket come Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird ecc.
Nelle prime stagioni l’Ammiraglio divenne tra i migliori del campionato nonostante avesse subito un infortunio al legamento della mano sinistra alla fine della terza stagione che non gli permise di giocare il resto della stagione regolare e tutta la post season.
Una data storica del suo percorso fu il 24 aprile 1994 quando segnò 71 punti contro i Los Angeles Clippers. Fu la prestazione migliore di tutta la sua carriera e la nona di sempre, grazie alla quale fu eletto capocannoniere NBA con una media di 29.8 punti a partita.
In questa stagione prese parte a tutte le 82 partite totalizzando un record di 3211 minuti di gioco e nella successiva, diventò il quarto giocatore nella storia della NBA a registrare una quadrupla doppia durante la partita vinta contro i Detroit Pistons con un referto di 34 punti, 10 rimbalzi, 10 assist e 10 stoppate.
Nonostante le prestazioni brillanti e le continue partecipazioni ai play-off la squadra texana non riusciva mai ad essere la migliore in assoluto del campionato finché nella stagione 1994-95 David guida la sua formazione a 20 sconfitte e 62 vittorie, 21 delle quali nelle ultime 23 partite. Con la sesta partecipazione consecutiva all’ All Star Game viene eletto MVP della Regular Season. Sembrava esser finalmente arrivata la stagione favorevole per vincere il titolo ma nella finale della Western Conference i campioni in carica degli Houston Rockets sconfiggono gli Spurs: Robinson la ricorderà come la più grande delusione della sua carriera.
Ebbe però altre soddisfazioni con il Dream Team vincendo il secondo oro consecutivo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Nello stesso anno rientrò fra i 50 migliori giocatori del cinquantenario della NBA.
Nella stagione 1996-97 l’Ammiraglio s’infortunò prima alla schiena e poi al piede sinistro potendo giocare soltanto sei gare. Senza le prestazioni del suo miglior giocatore la squadra collezionò un imbarazzante record di sconfitte, fortunatamente dalla stagione successiva poté assicurarsi le prestazioni del giovane Tim Duncan. I due formarono una delle più forti coppie di lunghi che valse loro il soprannome di ‘Twin Towers’, le torri gemelle. Si creò una forte intesa tra i campioni tanto che Robinson ridefinì il suo gioco per accentuare le potenzialità di Duncan.
Finalmente nella stagione 1998-99, dopo la finale vinta 4 a 1 contro i New York Knicks, definita poi da Robinson il momento più bello della sua carriera, arriva il primo titolo con Tim Duncan eletto MVP delle finali.
Nelle stagioni successive stanti l’avanzare dell’età di Robinson e i problemi alla schiena dai quali non era mai guarito completamente, il ruolo di leader passò lentamente a Tim Duncan, ormai divenuto uno dei più forti giocatori della NBA.

Ritiro e altri progetti


All’inizio della stagione 2002-03 The Admiral annuncia il suo ritiro alla fine di quel campionato ma, anche grazie ad innesti nella squadra di campioni del calibro di Tony Parker e Manu Ginobili, a meno di due mesi dal suo 38° compleanno Robinson diventa per la seconda volta campione NBA.
David Robinson è stato un simbolo per i San Antonio Spurs, che hanno ritirato la sua maglia numero 50, e con le sue tre medaglie alle Olimpiadi, il titolo mondiale nel 1986 in Spagna, i Campionati Americani a Portland nel 1992 e la medaglia d’argento ai Giochi Panamericani di Indianapolis del 1987 è probabilmente il cestista americano più vincente di sempre con la nazionale USA (tabella 1). Al momento del suo ritiro, era tra i primi venticinque giocatori nella storia della NBA in punti in carriera e rimbalzi ed è stato il quarto di tutti i tempi in stoppate.
E’ stato uno dei migliori centri degli anni Novanta e rimane tra i più forti giocatori di tutta la storia del basket. Oltre alle qualità tecniche viene ricordato come un giocatore che ha dimostrato sempre, anche fuori dal campo, una correttezza proverbiale. Nel 2009 è divenuto membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.
Con la moglie Valerie, Robinson ha tre figli: David Maurice, Corey Matteo e Justin Michael.
Fuori dai campi di pallacanestro si dedica, tra l’altro, ad importanti attività umanitarie, ha donato, ad esempio, cinque milioni di dollari per costruire una scuola elementare in un quartiere povero di San Antonio e ne ha investiti altri quattro per mantenerla aggiornata e pagare gli studi a coloro che non possono permetterselo. Nessun atleta aveva mai donato così tanto per la propria comunità. Spesso in grandi uomini batte un grande cuore.

Sitografia


  • Britannica.com
  • Joeiverson.com
  • Nba.com
  • Wikipedia.it