Rora Dino

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IMMAGINI

Chiaffredo Rora, detto Dino, è uno dei sette grandi nuotatori azzurri scomparsi nella sciagura di Brema nel gennaio 1966. Tre anni prima era diventato primatista continentale dei 100 m dorso, con il tempo di 1′01,9″. Lo aveva ottenuto il 30 agosto 1963 a Spalato, in piscina d'acqua di mare. Aveva successivamente confermato il suo valore internazionale in altre occasioni: all'Olimpiade di Tokyo nel 1964 era stato eliminato per soli quattro decimi di secondo nei 200 m dorso; successivamente, nella finale della 4x100 m mista, aveva realizzato il quarto miglior tempo in assoluto nella frazione a dorso, preceduto soltanto dallo statunitense Thompson Mann e da due tradizionali avversari europei, il tedesco occidentale Ernst-Joachim Kuppers e l'ungherese József Csikany.

La carriera


Rora Dino era possente nel fisico e per questo più adatto alle distanze brevi, che purtroppo in quel periodo non venivano nuotate in campo internazionale: nel 1962 e nel 1966 non venne infatti disputata in sede europea la gara dei 100 m dorso, peraltro sempre programmata nelle altre venticinque edizioni della manifestazione. Rora, piemontese di nascita, della sua gente aveva la serietà, l'equilibrio e la naturale cortesia. A Torino, seguito da Umberto Usmiani, aveva acquisito uno stile perfetto ed efficace, un dorso preciso e armonioso. Era tuttavia anche un eccellente stileliberista e per questo fu spesso chiamato a far parte dei quartetti nazionali di staffetta. Quattro volte campione italiano nei 100 m dorso e cinque volte nei 200 m dorso, fu primatista nazionale di entrambe le distanze.
Quando partì per Brema c'erano i presupposti per un suo nuovo inserimento ai vertici europei; lui stesso si disse convinto che in Germania avrebbe migliorato il suo record italiano. Non ci fu invece gara, ma solo dolore e rimpianto..
Specialista del dorso (100 e 200 m) ma attivo anche nello stile libero. Nel 1961 ha vinto i suoi primi titoli italiani e ha esordito in nazionale maggiore nell'incontro Ungheria - Italia; nel 1962 si è dimostrato il miglior dorsista italiano vincendo tutti i titoli nazionali e migliorando i primati italiani in entrambe le distanze; è stato portato come riserva ai campionati europei di Lipsia.
Ha conquistato la medaglia di bronzo nei 200 dorso e la medaglia d'oro assieme a Cesare Caramelli, Giampiero Fossati e Massimo Borracci nella staffetta mista ai Giochi del Mediterraneo di Napoli del 1963. Nel 1964 si è aggiudicato altri sei titoli nazionali e ha partecipato ai Giochi della XVIII Olimpiade a Tokyo, giungendo quinto nelle semifinali dei 200 m dorso e settimo in finale con la staffetta 4x100 mista con Gianni Gross, Fossati e Pietro Boscaini. Anche nel 1965 ha avuto successo, vincendo otto titoli italiani tra individuali e staffette e contribuendo alla vittoria dell'Italia nel "sei nazioni" di Roma in cui la nazionale ha battuto le squadre di Gran Bretagna, Svezia, Paesi Bassi, Germania Ovest e francia[1].

La tragedia di Brema


È deceduto nella tragedia di Brema del 28 gennaio 1966 dove persero la vita tutti i componenti della nazionale italiana di nuoto che nella città tedesca doveva partecipare ad un meeting internazionale, l'allenatore Paolo Costoli e il telecronista della RAI Nico Sapio. Sono passati più di cinquant’anni dalla tragedia aerea di Brema, in cui persero la vita 46 persone fra cui anche il campione di nuoto torinese Dino Rora. Quando la nazionale azzurra di nuoto si ritrovò all’aeroporto di Linate per partire alla volta di Brema, dove era in programma un meeting internazionale che sarebbe stato trasmesso in eurovisione. Sfortunatamente, quel giorno l’aeroporto milanese era chiuso per nebbia e la federazione suggerì agli atleti di raggiungere Brema in treno. Dopo che la proposta venne bocciata – i nuotatori ritennero che un viaggio così lungo non avrebbe giovato alla loro condizione atletica – i vertici federali trovarono un’altra soluzione: un aereo della Swissair sarebbe partito ugualmente facendo scalo a Zurigo e poi da lì a Francoforte. Sbarcati in Germania, il gruppo perse fatalmente la coincidenza per Brema, salendo su un aereo successivo. Proprio quello che, sfortunatamente, si sarebbe schiantato al suolo. Durante le fasi d’atterraggio a Brema, il velivolo della Lufthansa – probabilmente a causa di un errore umano – precipitò infatti a terra uccidendo tutti i membri che vi erano a bordo, tra cui i sette atleti della nazionale italiana di nuoto, il loro tecnico Paolo Costoli e il giornalista della Rai Nico Sapio. Tra le vittime vi fu, appunto, anche Chiaffredo Rora, detto Dino che, sebbene all’epoca della tragedia non avesse ancora compiuto 21 anni, aveva già preso parte alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964, oltre ad aver vinto la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Napoli ed essere stato detentore del record europeo dei 100 metri dorso.

Curiosità


A Rora, oggi sepolto al Cimitero Monumentale di Torino, sono state intitolate la piscina della Sisport e la società torinese di nuoto e pallanuoto Libertas Dino Rora. In totale ha 15 presenze in nazionale tra il 1961 e il 1965. Ha vinto 8 titoli nazionali nei 100 m dorso (4 assoluti e 4 primaverili) e 7 nei 200 m (5 assoluti e 2 primaverili), ed è stato più volte detentore del record italiano dei 200 m, col miglior tempo di 2'18"6 realizzato a Sanremo nel 1963. nei 100 m è stato detentore del record europeo col tempo di 1'01"9, realizzato a Spalato nel 1963. Porta il suo nome la piscina della Sisport FIAT a Torino, nonchè è stata intitolata una grande società piemontese, la Libertas Dino Rora di Torino

Soprannome


  • Dino