Rossi Paolo

Da Wikisport.
Jump to navigation Jump to search

IMMAGINI

Nato il 23 settembre 1956 a Santa Lucia di Prato, Paolo Rossi, ex calciatore, è stato uno dei più grandi talenti italiani e del mondo del XX secolo, tanto da essere inserito nel 2004 nel FIFA 100, una lista dei 125 più grandi giocatori viventi, selezionata da Pelé e dalla FIFA in occasione del centenario della federazione, inoltre è risultato 12º nell'UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio online condotto dalla UEFA per celebrare i migliori calciatori d'Europa dei cinquant'anni precedenti.

La carriera


Rossi Paolo era un giocatore da caratteristiche tecniche particolari e strabilianti, il termine “fiuto del gol” nacque proprio in onore di Pablito e delle sue doti.
Egli definì le sue caratteristiche dichiarando: «Io non segno quasi mai di potenza, generalmente conquisto quei due metri che costano il goal all'avversario. Per me, è fondamentale il gioco senza palla, lo smarcamento, quando la palla non c'è, è indispensabile. Non ho avuto dalla sorte un grande fisico e mi debbo far furbo».
Rossi decide di seguire le orme del padre, ex ala destra del Prato,e all’età di soli cinque anni, nel 1961, inizia la sua carriera calcistica in ambito giovanile con la squadra del Santa Lucia per poi approdare, all’età di soli sedici anni, in una delle migliori scuole calcistiche italiane, la Juventus, nel ruolo di ala destra.
Il suo percorso nelle varie selezioni giovanili fu spesso interrotto da una serie impressionante di infortuni: addirittura tre operazioni di menisco nel giro di due stagioni, che alla sua età potevamo comportargli la fine della carriera. Nonostante ciò la sua carriera continuò e il 1º maggio 1974 esordì in prima squadra in un incontro di Coppa Italia a Cesena, non ancora diciottenne Successivamente militò un anno nel Como per poi passare nel 1976 all’L.R. Vicenza, squadra che lo prese in comproprietà con la Juventus. A Vicenza Rossi incontrerà il tecnico Giovan Battista Fabbri, il quale gli cambierà ruolo passandolo da ala destra a centroavanti. L’ attaccante affermò in merito a questo cambiamento: «Forse sono stato il primo centrattacco rapido e svelto, che aveva nelle intuizioni la sua dote principale, unita a una tecnica sopraffina. Uno dei segreti del mio successo è stato quello di giocare intelligentemente, pensando sempre cosa fare un secondo prima che mi arrivasse il pallone, proprio per supplire alla mancanza di qualità fisiche eccelse. Giocare sull'anticipo era una mia grande prerogativa, cercavo sempre di rubare il tempo al mio avversario, sfruttando le mie doti di opportunista: in area di rigore cercavo sempre di sfruttare ogni piccolo errore dei difensori, facendomi trovare nel posto giusto al momento giusto».
In questo nuovo ruolo Rossi segnò ben 21 gol, diventando così capocannoniere della Serie B e portando il Vicenza alla promozione in Serie A. Nel 1977/1978 il Lanerosse gioca nella massima serie, dove, dopo alcune difficoltà iniziali, riesce a posizionarsi secondo in classifica a fine campionato, e Rossi, con i sui 24 gol diviene capocannoniere nuovamente, questa volta però di Serie A. Grazie a queste sue prestazioni fu convocato dal tecnico della nazionale italiana Enzo Bearzot per il campionato del mondo del 1978 tenutosi in Argentina.
Nell'estate del 1978 Rossi fu protagonista di un clamoroso affare di mercato tra Farina e il numero uno juventino Giampiero Boniperti: per la risoluzione della comproprietà del giocatore, infatti, le due società furono costrette ad andare alle buste dove il presidente vicentino richiese una cifra volutamente troppo alta al fine di tenere il giocatore: 2 miliardi e 612 milioni per metà cartellino. Disse Farina: «Mi vergogno, ma non potevo farne a meno: per vent'anni il Vicenza ha vissuto degli avanzi. E poi lo sport è come l'arte, e Paolo è la Gioconda del nostro calcio».
Rossi quindi restò a Vicenza per la stagione 1978/1979, stagione negativa sia per lui, nel quale riscontrò un nuovo infortunio in seguito ad una partita di Coppa UEFA, sia per il Vicenza, che retrocedette nuovamente in Serie B.
L’attaccante però resta in massima serie per via del prestito di due anni che lo porta dal Lanerosse al Perugia, il cui presidente, per sostenere l’enorme spesa di prestito e di ingaggio introdusse la prima sponsorizzazione di maglia, maglia con la quale realizzò 13 gol in 28 gare di campionato e 1 rete in 4 partite di Coppa UEFA. ma ciò nonostante la formazione perugina non riuscì a ripetere il campionato di vertice della precedente annata, anche a causa dello scoppio in primavera dello scandalo scommesse che finì per coinvolgere, tra vari dubbi mai del tutto chiariti, lo stesso Rossi, sospettato per aver truccato al partita Avellino-Perugia, in seguito squalificato dalla CAF per ben due anni, non potendo così partecipare al campionato europeo del 1980 giocato peraltro in Italia. Ad un anno dalla squalifica, Boniperti, presidente della Juventus, decise di prenderlo in squadra e di farlo allenare con gli altri, in modo tale da prepararlo per il ritorno Seria A.
La squalifica terminò nell’aprile del 1982 permettendo a Rossi di giocare le ultime tre partite di campionato partecipandovi con un gol alla formazione all’Udinese. Permettendogli così di aggiungere al suo palmeres lo scudetto, il 20° per la squadra piemontese. Il tecnico Enzo Bearzot lo convocò nello stesso anno per il campionato mondiale tenutosi in Spagna, Mondiale che fu per Rossi una vera consacrazione.
Nella prima fase del torneo restò nell’ombra, ma “Pablito” si risveglia e ai quarti di finale piazza tre gol alla formazione brasiliana, sfida passata alla storia come “tragedia di Sarrià”. Questa vittoria permette all’Italia di arrivare in semifinale, turno nel quale si troverà contrapposta alla Polonia, anch’essa surclassata grazie ad una doppietta di Rossi.
Arriva così l’11 luglio 1982, Madrid , il Santiago Bernabeu è teatro della finale del campionato mondiale dove, dinanzi a ben 90.000 spettatori, la nazionale italiana guidata da Enzo Bearzot sfida la formazione tedesca di Jupp Derwall.
La Germania cade sotto il peso dell’attacco italiano, il quale rifila ai tedeschi ben tre gol. La partita termina con la vittoria dell’Italia per 3-1, nazionale che diviene così, per la terza volta, campione del mondo.
L’ascesa dell’Italia durante il match vi è in seguito al 56' quando, su cross di Gentile, Paolo Rossi, ancora lui, firma il primo gol dell’Italia nonché il suo sesto della competizione, divenendo così capocannoniere del campionato mondiale (Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri detiene il record italiano di marcature nei mondiali a quota 9 gol) e successivamente proclamato miglior giocatore del torneo.
Rossi divenne uomo copertina della nazionale, considerato da tutti fautore della vittoria del terzo titolo mondiale. Ed è in seguito a quest’ultimo e a i numerosi riconoscimenti ottenuti che l’attaccante si candidò come vincitore del pallone d’oro, ambito premio che riuscì ad ottenere, essendo così proclamato miglior calciatore del 1982.
“Pablito” è l’unico calciatore insieme a Ronaldo ad aver vinto nello stesso anno il mondiale, il titolo di capocannoniere di quest'ultima competizione e il Pallone d'oro.
In seguito al mondiale Rossi militò nella Juventus fino al 1984 vincendo un altro campionato italiano 1983/1984, la Coppa Italia 1982/1983, la Coppa delle Coppe 1983/1984 , la Supercoppa UEFA 1984 e la Coppa dei Campioni 1984/1985.
Lasciati i piemontesi nel1985 si trasferì al Milan dove resto per due anni collezionando soltanto due gol, una doppietta nel derby con l’Inter.

Dopo il ritiro


Terminò la sua carriera con un ultimo anno al Verona, 1987, dove andò a segno quattro volte, per poi ritirarsi a trentuno anni, decisione presa anche in coscienza dei numerosi problemi fisici provati in seguito ai numerosi infortuni. L’impegno con la nazionale continuò sia nel 1984 con il campionato europeo, sia nel 1986 con il campionato mondiale. L’ultima partita di “Pablito” con la maglia dell’Italia fu l’amichevole con al Cina tenutosi a Napoli 11 maggio dell’1986 terminata con una vittoria dell’Italia per 2-1.

Bibliografia