Guglielmetti Savino

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IMMAGINI

Curiosità


Il 25 gennaio 2006 è mancato Savino Guglielmetti è da tutti ricordato come il padre della ginnastica. Al suo funerale in un clima di commozione generale erano presenti tutti i rappresentati del mondo della ginnastica, gli atleti della nazionale azzurra al completo, amici e molti concittadini. I telegiornali, nel comunicare la scomparsa dell’atleta, avevano raccontato la sua vita a vantaggio di quanti, per ragioni anagrafiche, non potevano ricordare le sue gesta.

Carriera


Savino Guglielmetti nasceva il 26 novembre 1911 a Milano, qui inizia ad interessarsi allo sport, in particolare inizia a praticare il salto con l’asta fino alla maggiore età. Dalla società Sempione in cui si trovava passa alla Pro Patria dove conosce il suo nuovo maestro Mario Corrias che, osservandolo negli allenamenti, intuisce immediatamente il potenziale del ragazzo, ma non nel salto con l’asta bensì come ginnasta! Inizia così l’allenamento per gli obbligatori delle olimpiadi che si terranno nel ’32 a Los Angeles. Chi ha conosciuto Mario Corrias lo descrive come un uomo “tutto d’un pezzo”, era in effetti un maestro molto severo e i suoi allenamenti avevano delle regole molto rigide. Nell’assemblea collegiale che hanno condotto prima delle olimpiadi al parco di Monza infatti Corrias aveva redatto un decalogo da far rispettare agli atleti della nazionale il quale prevedeva che nel periodo di permanenza andassero a dormire alle 22, non erano concesse frequentazioni femminili, conducevano dunque una vita pressoché monastica che serviva ad ovviare ad uno dei grandi problemi della spedizione italiana alle olimpiadi del ’32: il lunghissimo viaggio in nave. In tutto gli atleti italiani erano 106 con 30 accompagnatori, un treno speciale partì da Roma per portarli a Forlì dove li ha ricevuti Mussolini che dopo un lungo discorso li nomina ambasciatori della nuova Italia fascista. Un altro treno li conduce poi a Napoli dove s’imbarcano sulla nave che li porterà a New York, qui soggiornano per tre giorni prima di arrivare finalmente a Los Angeles. Il primo giorno dei Giochi Olimpici per la ginnastica inizia con gli obbligatori, ogni atleta quindi doveva eseguire gli stessi movimenti e la classifica finale era di squadra, il secondo giorno si svolsero gli esercizi liberi alla cui fine vi era la somma di tutti gli attrezzi per stilare una classifica generale di squadra e una complessiva individuale. Il terzo giorno prevedeva due esercizi liberi diversi fra loro, Guglielmetti sceglie parallele e volteggio e proprio in quest’ultimo totalizza il massimo del punteggio saltando su un cavallo alto 180cm ed eseguendo una planches e un salto mortale con passaggio in verticale. Si classifica quindi primo nel concorso generale a squadre e primo nel volteggio. Tornato vincitore da Los Angeles deve però comunque adempiere all’obbligo della leva militare per 18 mesi, alla fine dei quali riprende gli allenamenti per le olimpiadi del ’36 a Berlino, ma un mese prima del grande avvento s’infortuna la mano. Decide ugualmente di prendervi parte e si classifica quinto nel concorso a squadre e dodicesimo nell’individuale. Nel ’35 intanto si aggiudica il suo primo Campionato italiano assoluto e lo conquisterà anche nei quattro anni successivi. Inizia a prepararsi al meglio per le olimpiadi del’40 ma, come noto, scoppia la seconda guerra mondiale e Guglielmetti deve partire nuovamente per la leva. Finita la guerra continua a collezionare titoli tricolori anche nel Decathlon Ginnastico fino al 1947. L’anno successivo a Londra si aggiudica il quinto posto nel concorso a squadre e arriva trentatreesimo nell’individuale penalizzato da discussi errori arbitrali.

Dopo il ritiro


Savino, abbandonata l’attività, resta sempre ai vertici della Federazione e della Pro Patria, di cui diventa Vicepresidente, continuando a ricevere premi ed attestati di stima. Nel ‘54 viene nominato Ispettore olimpionico e nel 2000 il CIO gli riconosce il Collare Olimpico. Due anni dopo la FICTS (Federazione Internazionale del Cinema e della Televisione Sportiva) viene intitolato a suo nome e gli assegna la “Ghirlande d’Honneur”. Nel 2004, invece, riceve il premio internazionale “Sport Civiltà” dall’Unione Nazionale Veterani dello Sport di Parma e nel 2005 due prestigiosi riconoscimenti: il “Sigillo Longobardo” della Regione Lombardia e la “Menzione d’Onore” del Premio Gianni Brera. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo lo ricorda come un uomo con scarsa propensione al protagonismo, pur essendo desideroso di ricevere quegli apprezzamenti e quegli elogi che si era guadagnato sia nello sport ,sia nella vita .E come tutti i vincitori di medaglie olimpiche era diventato un grande nella storia dell’olimpismo, un mito senza epoca.

Dopo la guerra


Consapevole che le sue vittorie erano nate dalle sue doti naturali, ben allenate ,dopo il lungo periodo di sosta forzata per motivi bellici, alla ripresa dell’attività agonistica si è ritrovato immerso in un mondo ginnasticamente diverso rispetto a quello nel quale era cresciuto e si era affermato. Uno scenario rinnovato, con avversari metodologicamente allenati con criteri più avanzati ; sostenuti da un forte indottrinamento politico, fecero capire a Savino che non poteva più essere all’altezza di un confronto con il nuovo mondo della ginnastica, ormai del tutto rinnovato. L’esperienza empirica da cui proveniva non bastava più . Altri dovevano colmare il vuoto creatosi fra la sua e la nuova generazione di ginnasti, avvalendosi del suo sostegno politico. A questo scopo mise in gioco tutto il peso della sua credibilità e della sua reputazione. Pertanto, trovandosi ad occupare nell’immaginario collettivo il gradino più alto di una gloria indiscutibile, le sue opinioni erano altrettanto incontestabili. Savino aveva maturato la consapevolezza dell’avvento di questa nuova era della ginnastica, un’era che in termini di competenza tecnica specifica non gli apparteneva più, ma che gli apparteneva e gli competeva sotto il profilo morale, dell’impegno vero, senza droghe nel seguire le regole rigide e severe da lui rispettate religiosamente per diventare grande in questa disciplina sportiva. In questa sua seconda versione di uomo di sport consapevole, Savino Guglielmetti, è stato sicuramente grande come in quella di campione olimpico sui campi di gara!

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